Nasce un bambino: è sordo. I genitori come lo scoprono?
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) del 12 gennaio 2017 con i nuovi Livelli essenziali di assistenza – Lea (Supplemento ordinario n.15) stabilisce che venga applicato lo screening audiologico neonatale a tutti i bambini che nascono, su tutto il territorio nazionale in modo gratuito o al costo di ticket.
Quando arriva la conferma della diagnosi di sordità i genitori udenti si trovano catapultati in una realtà sconosciuta e che può generare emozioni molto forti: disperazione, rabbia, angoscia paura per il futuro.
I genitori sordi possono reagire diversamente, magari esserne dispiaciuti, ma sanno quali passi intraprendere da subito, compreso un atteggiamento mentale di accettazione della condizione del loro bambino, e ritrovano abbastanza in fretta un nuovo equilibrio familiare.
La condizione di sordità infatti, influisce non solo sulla psicologia del bambino, ma anche su quella della famiglia che deve riorganizzarsi emotivamente e concretamente per affrontare la disabilità del figlio. Alle normali difficoltà che ci sono dopo l’arrivo di un bambino, si aggiungere la difficoltà di accettare che il proprio bambino non ti chiamerà mamma o papà subito, ma con un certo ritardo rispetto alle tappe del linguaggio dei bambini che sentono.
Che fare?
La consulenza dei centri medici di audiologia di II e III livello sono il primo passo. Una buona assistenza già dalle prime fasi della diagnosi con un’accurata programmazione della riabilitazione logopedica e protesica garantisce al bambino il migliore accesso al mondo dei suoni.
Cosa può fare la psicologa per i genitori, i fratelli e la famiglia allargata in questo momento?
- Aiutare a non perdere la bussola in un momento che è già tanto caotico e complicato, pieno di impegni rivolti al bambino e alla riabilitazione logopedica.
- Aiutare a costruire uno scambio relazionale con il bambino sufficientemente stimolante senza essere eccessivamente intrusivi o direttivi
- Aiutare a prevenire l’insorgenza di problematiche comportamentali che possono verificarsi in conseguenza della sordità, sia in famiglia che con i coetanei
PROTESI ACUSTICHE O IMPIANTO COCLEARE?
La decisione di utilizzare le protesi acustiche o procedere per l’impianto cocleare è una decisione che va presa insieme ai medici audiologi dei centri specializzati.
La decisione di fare un impianto cocleare al proprio figlio o a sé stessi in conseguenza di una sordità profonda o di un non sufficiente recupero con le protesi acustiche, può essere un momento difficile da affrontare da soli.
Un adeguato supporto psicologico può aiutare i genitori e gli adulti a contenere l’ansia e arrivare con maggiore serenità all’intervento e migliorando l’aderenza al programma di riabilitazione logopedica dopo che l’intervento è stato eseguito.
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